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Vacanza in Sardegna 2 - Ragusa Trasgressiva

Come già immaginavo l’addio fu molto triste. Sia per lasciar Marco da solo sia per lasciare la signora dell’appartamento che mi aveva accudito come una figlia. La salutai veramente con le lacrime agli occhi, regalai un porta ritratto a lei e un bracciale al figlio, sempre così pronto per mettere a posto la mountain bike. Non potei fare a meno di confidarmi con lei per l’avventura che mi era accaduta in quei giorni, mi sorrise e mi promise che la camera sarebbe stata sempre a mia disposizione. Andai al bar da Marco, ci buttammo le braccia al collo tenendoci stretti, i visi erano tristi a dir poco. Mi regalò una catenina con la Sardegna come ciondolo, io un bracciale. La notte appena passata facemmo l’amore di continuo senza mai fermarci, senza mai essere paghi. Guardandomi negli occhi mi promise che per le vacanze di Natale sarebbe venuto a trovarmi. Non verrà pensai, ma il suo bacio e il suo abbraccio mi fecero cambiare subito idea, lo sentivo sincero. Non ci sarebbero stati problemi a ospitarlo in casa, i miei genitori per queste cose sono stati sempre aperti e accoglienti. Andai via prima che i sentimenti potessero avere il soppravvento, avevo già pensato di buttare tutto all’aria e stare con lui, al diavolo il lavoro pensai, ma lui stesso mi chiese di non far pazzie, di aver fiducia. Certo la mia precedente relazione non mi aiutava ad aver fiducia nei ragazzi, ma qualcosa mi diceva che sarebbe andato tutto bene, un sesto senso, volli credergli. Nel viaggio per Porto Torres il mio continuo pensiero era per Marco, neanche gli odori della campagna sarda, così meravigliosi all’arrivo, mi distolsero il pensiero da lui. Imbarcai non senza difficoltà, molti altri turisti lasciavano l’isola, e vedevo dappertutto facce tristi. Una signora vide il ciondolo della Sardegna, che si appoggiava tra i seni lasciati scoperti dalla camicetta, lo indicò e mi disse “ non si dimentica vero?”, “no!” risposi, “ nemmeno chi ci abita”, “ ti sei innamorata qua?”, “si”. Mi sorrise, scambiammo quattro chiacchiere, con meraviglia scoprì che anche a lei, venti anni prima, era successa la stessa cosa. Dopo un po’ arrivò un signore sui quarantacinque anni, la chiamò e la strinse forte, “amore!”, “Non sei scappata con il comandante del traghetto”, risero, me lo presentò, loro si erano sposati dopo un anno, e lavoravano a Torino. In breve lei gli raccontò la mia storia, “abbi fiducia!”, disse, anche in Sardegna ci sono delle persone false, approfittatori, ma non penso sia il caso di questo ragazzo. La dolcezza delle sue parole mi rallegrò non poco. Il traghetto stava salpando, guardai il porto allontanarsi, chiamai subito Marco dicendogli che già mi mancavano i suoi baci, le sue carezze, per poco non ci mettemmo a piangere. Da lì a poco la sera ormai copriva le ultime viste dell’isola, chiusi gli occhi, e pensai tra me “a presto amore, ti amo”. Mangiai un panino preparato da Marco, guardai il cellulare, ma ormai il segnale era sparito. Sospirai, feci una passeggiata sul traghetto, nella sala centrale sentì una musica che subito mi suonò conosciuta. Era un gruppo folk sardo che andava per un meeting di folklore in Germania. Li ammirai danzare, erano bravissimi, l’allegria mi ritornò subito, danzai con loro, o meglio cercai di danzare imitando come potevo i loro passi. Una ragazza mi afferrò per un braccio e con pazienza m’insegnò i primi passi, non poté non notare anche lei il ciondolo, mi fece i complimenti e, saputo che era un regalo di un suo conterraneo, mi disse una frase che ancora adesso ricordo perfettamente. “Sei fortunata, ricordati che, chi ti ha regalato la Sardegna, ti ha donato per sempre il suo cuore, e non potrà mai tradire la promessa che ti ha fatto”. D’istinto la abbracciai, le sorrisi e la ringraziai. Stetti con loro tutta la sera, mangiai dolci, non potevo farne a meno, bevetti del moscato che subito mi colpì in testa, fatto che mi fece decidere di andare a dormire. Salutai tutti del gruppo folk, abbracciai nuovamente la ragazza della frase e andai a dormire. Dormire! Si, e come? Dovevo spiegarlo alla mia fighetta che Marco non c’era più, lei ormai abituata alle notti di sesso si stava già gonfiando e aprendo come non mai. Con calma aprì le gambe, scostai gli slip, e con dolcezza mi regalai un dolce orgasmo con le dita. Rimasi così con le dita dentro sino a calmarmi, le levai e come quasi tutte le altre volte le leccai pensando fosse il cazzo di Marco. Il giorno dopo il mio rientro mia madre mi guardò bene in viso e capì tutto, le confidai l’incontro con Marco e che sarebbe voluto venire per le feste natalizie. Come immaginavo lei non avrebbe avuto nessun problema ad ospitarlo, dovevo dirlo io a papà. Dopo due parole anche papà capì tutto, mi diede il suo assenso, e con frase maliziosa mi chiese se si doveva preparare la camera degli ospiti, o se sarebbe stata un’inutile fatica. Ridemmo tutti e tre, “quella degli ospiti naturalmente”, risposi con un naso lungo 2 metri. Nei mesi successivi continuai a sentirmi con Marco due tre volte al giorno, ci vedevamo in cam con MSN, non sempre in viso, regalandoci a volte dolci momenti hot. Venne presto Dicembre, Marco mi chiamò dicendomi che sarebbe arrivato come promesso, ero felicissima, organizzai tutto per bene, un nuovo taglio di capelli, nuova biancheria intima sexy solo per lui, la stanza degli ospiti con una nostra foto fatta in spiaggia sul comodino, e anche una bella tosata alla passerina.
Papà molto gentilmente mi accompagnò all’aeroporto quel giorno fantastico, stavo per riabbracciarlo, ero emozionata, eccitata,……bagnata. L’aereo arrivò con il solito ritardo, ma alla fine eccolo, era lui, ci abbracciammo stretti dandoci tanti baci, incuranti delle persone e di mio padre. Aveva i capelli un po’ più lunghi, ma elegantissimo e rasato di fresco. Gli presentai mio padre, si guardarono negli occhi stringendosi la mano, come per dire “non far cazzate”, “starò buono e rispettoso della vostra ospitalità.” Rientrammo a casa, iniziarono a parlare fitto quasi dimenticandomi, ma non mi importava, quello era il modo di papà per capire le persone, e difficilmente si sbagliava. Arrivati a casa era quasi tutto pronto per il pranzo, Marco aprì una borsa togliendo fuori tre pacchi, una statuetta in bronzo raffigurante un guerriero sardo, una bottiglia di mirto per papà, e un misterioso pacchetto per me che si affrettò a mettere sotto l’albero di natale. Mangiammo allegri, Marco parlò di tutto sia con papà che con mamma, anzi le diede addirittura consigli su varie pietanze. Non lo conoscevo in questo senso, bè, si lo so, di certo non si parlava di cucina tra di noi durante la vacanza. Lo scoprì anche amante e conoscitore di astronomia, grande passione di papà. Bene!! Dopo pranzo gustammo il mirto, ottimo!!! Marco chiese di poter mettere a posto la valigia, lo accompagnai in camera, ci abbracciammo stretti coprendoci di baci, scambiandoci dolci promesse. “Cosa c’è nel mio pacchetto?” gli chiesi, “Sorpresa! vedrai”. Mia madre bussò alla porta dicendoci che uscivano per fare compere, “rientriamo tra due ore” aggiunse. Ridemmo di gusto tenendoci abbracciati, due ore per noi! Marco si inginocchiò affondando il viso sul mio ventre e tenendomi stretta per il sedere, io gli accarezzavo la testa e la premevo a me. Mi sbottonò i jeans, aspirò il profumo della mia fighetta, appena coperta dal perizoma, e già tutta bagnata, mi fece sedere sul letto, mi tolse le scarpe, i jeans, aprendomi le gambe si rituffò sulla fighetta che implorava la sua leccata. Mi sfilò il perizoma fradicio e con sorpresa la vide completamente rasata, mi guardò negli occhi, “splendida”, mormorò, prima di infilarle la lingua dentro e bere i miei umori. Leccò da pazzi, io, contorcendomi dal piacere, gli premevo la testa nella figa e aprivo le gambe più che potevo. Non tralasciò di certo, con mio sommo piacere, il culetto, gli venni in bocca, gemendo ad ogni ondata di piacere, gli tenni la testa stretta sulla figa sino a calmarmi. Lui con calma riprese a baciarmi le labbra della figa aspirando tutto il mio orgasmo. Si sdraiò di fianco a me, mi aprì la camicetta, me la tolse, mi sganciò il reggiseno lasciandomi completamente nuda. Mi baciò le labbra, sentì il sapore della mia figa, lo baciai con trasporto assaporandolo tutto. “Lasciati guardare” disse, “son qui amore”, ribattei. Mi baciò in tutto il corpo, avidamente aspirò i capezzoli ormai dritti, arrivò ai piedi, e capì che dovevo girarmi. Riprese a baciarmi salendo su, arrivato al culetto io aprì le gambe e sollevai il bacino, mi leccò con calma e con cura, il mio buchino fremeva. Lo spogliai, il suo cazzo ormai scoppiava, chissà tutto quello che ha dentro pensai, tanta crema per me, da bere, da gustare. Glielo presi in mano facendo esplodere la cappella, la leccai con la punta della lingua e poi me lo infilai tutto in bocca, succhiando come meglio potevo. I suoi gemiti mi eccitarono di più, l’idea era di succhiarlo un po’ e poi di dargli il culetto, ma cambiai idea, lo succhiai con forza, lo volevo, volevo la sua sborra. Venne poco dopo riempendomi la bocca, ingoiai immediatamente, gustandomi il suo orgasmo, aspirando sino ad avere la sua ultima goccia. Dopo gli strinsi la cappella con le labbra e mi abbandonai lì con il suo cazzo sul viso. Lo baciai con tanto amore, e come le altre volte lui contraccambiò, assaporando il suo intimo sapore dalla mia bocca. Dopo dieci minuti lui riprese a leccarmi figa e culetto con foga, ci mettemmo a 69, ben presto la mia bocca si riempì nuovamente del suo cazzo, mi misi carponi e lo guardai, sollevai il culetto offrendoglielo. Con movimenti già collaudati, sentì la sua cappella premere sul buchino, mi aprì il culetto con le mani, e spinse. Una sensazione calda mi avvolse, finalmente era dentro, dopo tutti questi mesi. Me lo sfilò e si rimise a leccare il culetto, fece così per un paio di volte, ormai non capivo nulla, lo volevo tutto dentro di me, dopo l’ultima sua leccata mi voltai e gli succhia avidamente la cappella, “ora chiavami” gli dissi, lo sentii finalmente entrare tutto senza sosta. Tutto sino alle palle, che sentivo colpire il culo mentre mi chiavava, anzi no, mentre mi inculava. Mi gustai il suo movimento spingendo anche io il culetto sul suo cazzo, il suo ventre premeva e colpiva le mie chiappe, era tutto dentro, si! Mi stava inculando, chiusi gli occhi e aspettai il suo orgasmo, venne con un gemito, si abbandonò sulla mia schiena mentre gli ultimi fremiti lo scuotevano. Sfilò il cazzo dal mio culetto e mi coprì di baci, lo sperma colava dal mio buchetto ormai appagato, con la mano tamponai e andai in bagno. Lui mi segui, si lavò, ci asciugammo e nuovamente ci infilammo a letto. I suoi baci non si fecero attendere, e nemmeno i miei, il cazzo stentava a risalire, ma qualche colpetto di lingua lo rimisero in sesto. La figa era sempre più desiderosa di lui, avevamo soddisfatto tutto fuorché lei. Lo invitai a venir sopra aprendogli le gambe, una, due, tre leccate saggiarono la fighetta, il cazzo non ebbe difficoltà certo ad entrare, ci stringemmo forte premendo i nostri ventri, iniziò una dolcissima cavalcata che mi faceva sentire più puttana che mai. Iniziai a dire parole che lo mandarono in estasi facendogli aumentare i colpi nella mia fighetta. Arrivammo insieme in un orgasmo lungo e dolcissimo contornato di parole forti e volgari a cui nessuno voleva rinunciare, puttana, troia, inculami nuovamente, sono la tua troia….. ecc. Come sempre ci baciammo intimamente e ci scambiammo i nostri sapori, ormai non potevamo farne a meno. Ci rivestimmo, Marco mi scelse un perizoma nero e mi chiese di indossarlo, lo feci ben volentieri, indossai una gonna, e, prima di scendere in salotto, mi piegai in avanti mostrandogli il culetto adorno del filo del perizoma, lo sentì sospirare, e mi premette il suo cazzo nel culetto sussurrandomi “stanotte lo voglio nuovamente”.
Scendemmo nel salone e rimanemmo sul divano guardando la tv. Rientrarono i miei, intanto si era messo a piovere non poco con qualche spruzzata di neve, sistemammo la roba e rimanemmo nel salone bevendo del tè. Intanto Marco continuava a discutere con papà su stelle, galassie e quant’altro, io li ascoltavo attenta, un po’ ne capivo anch’io, ma Marco mi sorprese perché conosceva benissimo la materia tanto che anche mio padre gli fece i complimenti. Con una scusa mia madre mi chiamò in cucina, sorrise e mi guardò fissa negli occhi. “Che bel sguardo hai dopo aver fatto l’amore”, rimasi di stucco, cercai di balbettare qualcosa, e lei ribatté, “è lo stesso sguardo che avevo io dopo aver fatto l’amore con tuo padre”. “Pensi sia quello giusto?”, “credo proprio di si mamma”, “è un bravissimo ragazzo, tienilo stretto.” Potei solamente abbracciare mia madre e ringraziarla delle sue parole. Dopo la cena bevemmo un po’ e poi sfiniti andammo a letto. Verso le 2 mi svegliai, pian piano andai in camera di Marco e m’infilai sotto le coperte. “Ti aspettavo”, mi disse, ci spogliammo, io tenni il perizoma nero addosso, accesi l’abat jour e mi lasciai guardare, mi voltai nel letto offrendogli la vista del mio culetto che lui riempi di baci. Intanto la fighetta si stava preparando per conto suo, bagnandosi e aprendosi come un fiore. Mi voltai, aprì le gambe e scostai il perizoma, la vista della fighetta rasata e aperta gli fece subito effetto, mi penetrò con la lingua, mi stava chiavando con la lingua. Mi tolse il perizoma e continuò nel suo dolce lavoro, la lingua s’infilava lesta nella fighetta dandomi scariche di piacere ad ogni affondo. Lo feci voltare cosi di avere il suo cazzo in bocca, lo presi con piacere succhiandolo con gusto, bevendo ogni sua goccia di sapore. Poi si scostò, mi venne sopra e in un attimo sentì la sua carne che frugava dentro la mia figa, “chiavami!”, gli dissi mormorando, “si amore ti chiavo, ti scopo”, il mio orgasmo saliva sempre più potente, irrefrenabile, godetti affondandogli le unghie nella schiena e stringendolo con le gambe. Continuò a chiavarmi, ora deve venire lui pensai, ma appena fu sicuro che il mio orgasmo fosse stato completo, sfilò il cazzo dalla mia figa e lo avvicinò al viso. “Solo se vuoi! Fammi godere con un pompino”, lo presi ben contenta in bocca, il mio sapore ancora sul suo cazzo misto al suo, erano quanto mai dolci e piacevoli, lo succhiai con cura, martoriai la cappella con le labbra, lo affondavo tutto in gola, volevo fargli un pompino indimenticabile. Mi tenne la testa con le mani e mi esplose in gola, veloce ripresi la cappella con le labbra e succhiai tutta la sua sborra, mi riempì la bocca, ingoiai con calma, succhiavo e ingoiavo, non ne persi nemmeno una goccia. Lasciai il cazzo bello pulito come prima. Man mano che il cazzo perdeva vigore le ultime gocce uscivano dalla punta, leccai e ingoiai anche quelle. Ci abbandonammo di fianco, lo baciai sulle labbra, lui sentì il suo sapore, e con naturalezza mi diede un bacio profondo e lunghissimo. Rientrai in camera.
La mattina dopo andammo per un giro in centro tutti insieme, incontrai le amiche, feci le presentazioni, gli auguri a tutte e continuammo nel nostro giro. In lontananza incrociai lo sguardo del mio ex, era insieme a due ragazze, non lo degnai di uno sguardo, ormai proprio era dimenticato per sempre. So che mi aveva cercato non trovandomi, avevo cambiato il cellulare. Mangiammo al Mc Donald, comprammo diverse cose e rientrammo a casa di pomeriggio. Il giorno dopo sarebbe stato la vigilia di Natale, ero tremendamente curiosa di sapere cosa fosse il pacchetto misterioso sotto l’albero di Natale. La notte rifacemmo l’amore con l’aggiunta, però del culetto, glielo chiesi io, lo volevo dentro e me lo diede, mi cavalcò con dolcezza solleticandomi il clitoride, venimmo insieme in un orgasmo desiderato e gradito.
Arrivò finalmente la mezzanotte del 24, aprimmo i regali, io regalai a Marco un bracciale d’oro, e fremevo di curiosità per quel pacchetto ancora chiuso. Marco ci fece sedere, con calma prese il pacchetto, me lo fece scartare, lo aprì, un magnifico anello di fidanzamento luccicava all’interno. S’inginocchiò, prese l’anello, e rivolgendosi ai miei genitori, “con il vostro permesso”, “certamente”, dissero. “Alessandra, questa estate io ti ho regalato la Sardegna, e con lei il mio cuore, vuoi accettare quest’anello come pegno del mio amore?”, seppi dire solo un semplice “si”, m’infilò l’anello al dito e ci baciammo. Brindammo tutti insieme, vidi mia madre sorridere felice mentre baciava papà, riguardavo l’anello e poi Marco, continuammo a baciarci. Gli sussurrai che la notte sarebbe stata la più bella di sempre, che non ci sarebbe stato nessun limite, e già fra me pensavo alla sorpresa. Andammo a fare gli auguri in veloce giro dei vicini e verso le tre andammo a letto. Mi vestì con cura, indossai il micro perizoma comprato per lui, non misi il reggiseno, indossai le autoreggenti e un baby doll trasparente. Dalla camera dei miei mi raggiunsero risa divertite e mugolii di mia madre, tanti auguri pensai e andai subito da Marco. Accese la luce, era già sotto le coperte, come mi vide spalancò gli occhi e mi disse “amore sei fantastica”, io mi rigirai su me stessa facendogli ammirare il perizoma nel culetto. I miei capezzoli erano già duri, si vedevano chiaramente mentre bucavano il fine baby doll, la fighetta iniziò a bagnarsi, lui si alzò, era completamente nudo con l’asta svettante, mi avvicinai, gli sollevai il cazzo e mi strinsi a lui baciandolo con dolcezza. “Ricordati che stanotte non c’è limite a nulla”, gli ricordai, annuì continuando a baciarmi. Si inginocchiò di fronte a me e iniziò ad ansimare sulla fighetta, respirò il suo profumo, io mi girai mettendomi alla pecorina, aprì le gambe, e sentì il suo respiro lì nel culetto. Il suo cazzo esplodeva, ora toccava a me. Aspirai per bene il suo odore, leccai con cura la cappella, tutta l’asta e presi in bocca le sue palle. Lo sentì fremere, le succhiai dolcemente, gli sollevai lo scroto e la mia lingua si insinuò vicino al suo culetto, fremeva come un pazzo. Mi spogliò annusando con cura il filo del perizoma e leccandolo, in altri momenti non avrei gradito che lo facesse, ma quella notte tutto era permesso. Senza che lui se ne accorgesse avevo nascosto il vibratore in un cassetto, la mia arma segreta. Ci baciammo con cura ci leccammo, lui mi spinse quasi metà lingua nella figa e poi nel culetto, io lo aprì con forza con le mani e spinsi insieme a lui. Lo baciai anche io nel culetto, non lo avevo mai fatto, ma sentì che gradiva. Lo lascia ansimante a letto, mi alzai, presi il vibratore, e con calma iniziai a succhiarlo, me lo passai sui seni, lo leccai di nuovo infilandolo tutto in bocca, e iniziai a torturare il clitoride. Lui mi guardava inebetito, iniziai a spingere il vibratore in figa inarcando la schiena come quando scopavamo. Lo tolsi, me lo appoggiai sul monte di venere e gli chiesi di farmi un pompino. Lo vidi pian piano che avvicinava la bocca al vibratore, aspirò il mio profumo e iniziò a leccarlo. Con sempre più convinzione lo prese tutto in bocca succhiandolo per bene, con calma me lo infilai nuovamente in figa mentre lui aspettava ansioso la prossima razione di succo, non feci in tempo a sfilarlo che già lo aveva preso in bocca succhiandolo con avidità. “Ricordi che non ci son limiti?” gli chiesi, “si, certo, fai quello che vuoi”. “Stanotte voglio incularti io” gli dissi, “va bene”, mi rispose con un filo di voce. Presi della crema e gliela spalmai nel buchino, lui ansimava aspettando il mio desiderio, gli chiesi di mettersi come facevo io, lo fece senza problemi, il suo culetto vergine era lì ad un centimetro dal vibratore. Glielo feci succhiare nuovamente, glielo appoggiai nel buchino e spinsi dolcemente. Entrò con facilità, io mi misi dietro e appoggiando la base del vibratore sul monte di venere iniziai a spingere, spinsi, spinsi, ben presto lo prese per metà, non si lamentava di dolore ma di goduria. Lo inculai per un po’, lui ansimava sempre più, lo feci sdraiare sulla schiena, tenendo il vibratore sempre ben infilato, e iniziai a fargli un pompino. Non mi sbagliavo, la cappella era più grossa e il cazzo più duro, la mia cura funzionava, funzionò anche quando godette, mi riempì la bocca di sborra, era più abbondante delle altre volte, bevetti con calma ingoiando tutto. Gli sfilai il vibratore dal culo, lui sospirò, mi guardò, mi diede un bacio e mi disse ”sei una troia meravigliosa”. Gli chiesi se per la prima volta nel culetto gli fosse piaciuto, “si amore, certo, ma sia chiaro che solo tu avrai il permesso di fare ciò che hai fatto”. Gli baciai ancora il cazzo che si ammosciava succhiando le ultime gocce. Feci per conservare il vibratore ma lui mi bloccò, “no amore ora tocca a me”, immaginai subito il suo desiderio e mi sdraiai aspettando la sua fantasia.
Leccò con calma la figa che esplodeva di umori e desiderio, leccò il culetto ben aperto, torturò il clitoride sfacciatamente gonfio, succhiò le labbra gonfie e dilatate. In cuor mio gridavo “chiavami, inculami, fammi qualsiasi cosa ma fammi godere”. Non aspettai a lungo, mi lasciò sdraiata sulla schiena, lui in ginocchio di fronte e le mie gambe attorno alla sua schiena. Con dolcezza appoggiò la cappella sul buchino, le mani sotto le mie chiappe, e con un solo colpo di reni me lo infilò tutto nel culetto. Mi diede alcuni colpi forti e decisi, io chiusi gli occhi, serrai le labbra e iniziai a mugolare. Con due dita iniziò a torturare la fighetta allagata, allungò la mano, prese il vibratore e lo fece scorrere sulle labbra della figa. Non mi accorsi di nulla, sentì solo una dolce pressione sulla figa, aprì gli occhi e vidi che il vibratore vi era sparito dentro. Avevo il suo cazzo nel culo e un vibratore in figa, ero stordita, mi prese una mano e la guidò sul vibratore, continuai ad infilarmelo mentre Marco mi inculava. Sincronizzammo subito i movimenti, le sue mani sotto il mio culo mi aiutavano, “è come se fossi scopata da due maschi” gli dissi tra un gemito ed un altro. “Volevi questo? Essere inculata e chiavata?”, “Si” mormorai, “sei una troia”, “Si lo sono, sono una puttana”. Continuò il gioco delle frasi spinte, ormai non avevamo più limiti, i suoi colpi divennero più decisi e rapidi, fu un’onda che mi travolse, un orgasmo favoloso che mai avevo provato in vita mia, mi trattenni dall’urlare mordendomi le labbra, sussultai, mi contorsi, non ricordo nemmeno io cosa mi successe. Ansante mi abbandonai ai suoi colpi aspettando giustamente il suo orgasmo, si fermò, tolse il cazzo dal culetto e si avvicinò al viso, “apri la bocca”, mi chiese, come in un sogno ubbidì. Uno schizzo di sborra dolce e calda mi raggiunse la gola, ne sentivo il suo odore, mi trattenni dal chiudere la bocca, altri tre spruzzi centrarono la mia bocca aperta, tirai fuori la lingua cercando la sua cappella, incurante dal fatto che era stata nel mio culetto. Mi appoggiò il cazzo sulla lingua e potei bere tutto il resto succhiando la cappella. Io cercai di ingoiare tutto il cazzo ma Marco lo ritraeva veloce, ma alla terza o quarta volta me lo lascò ingoiare tutto sino in gola. Succhiai tutto, non me ne fregava che poco prima mi aveva visitato il culetto, volevo solo succhiare la sua sborra. Mentre io ingoiavo le sue ultime gocce Marco mi estrasse il vibratore dalla figa, lo appoggiò sul clitoride tenendolo con le mani, e lo leccò in un bellissimo pompino. Ci guardammo ansimando, “senza regole”, ripetemmo insieme ridendo. Dormimmo abbracciati sino al mattino inoltrato, non rientrai in camera.
La mattina, come se niente fosse, mia madre bussò in camera e ci avvisò che la colazione era pronta, se ne avevamo voglia. Scendemmo poco dopo, li trovammo abbracciati, papà che baciava sul collo mamma che teneva il suo sedere ben attaccato al suo basso ventre. Appena ci videro si staccarono e sorrisero. Bevetti un po’ di caffè e guardai mia madre negli occhi, risi divertita. ”Verissimo mamma!” esclamai, lei mi guardò interrogativa e in un baleno ricordò le sue parole a proposito degli occhi, rise di gusto anche lei lasciando i nostri due maschietti sbalorditi. Uscimmo in giro, mia madre rimase con me indietro, e, per la prima volta, mi volle raccontare la sua nottata con papà. Io un po’ mi vergognavo, non avrei mai pensato che avesse avuto il coraggio di farlo. Mi raccontò come papà l’aveva amata davanti e dietro, i suoi orgasmi, e i rapporti orali della notte appena passata. Dopo il suo racconto mi guardò interrogativa, anche lei voleva sapere la mia nottata, le dissi che non avrei mai avuto il coraggio di parlare ma che comunque anche noi avevamo avuto rapporti orali, davanti, e, dopo un lungo momento di pausa le dissi anche del rapporto anale. Mi disse che non dovevo vergognarmi, che se l’avevo fatto di mia volontà era tutto lecito. “si mamma, lo volevo dentro ……dietro”, risposi, “glielo chiesto io di farlo”. “Allora va bene, non vergognarti di amare e farti amare così”.
Forse un po’ storditi dalla giornata di capodanno e da un vinello galeotto, la notte ci addormentammo abbracciati, non facemmo l’amore, ma la notte seguente………..!!
Mi truccavo allo specchio, Marco si avvicinò da dietro stringendomi i seni e sfregando forte il bacino sul mio culetto, “stanotte notte senza regole” mi bisbigliò, “mmmm! Per me va benissimo”. Ero già eccitata al pensiero di un’altra bella scopata con tutte e due i buchetti occupati. La mia fighetta anticipava di ore, già si bagnava e si apriva al pensare che avrebbe ripreso il cazzo dentro, e non solo. Tornammo dalla nostra passeggiata, cenammo e andammo a letto. Marco mi chiese di vestirmi in un certo modo, lo feci senza problemi. Una minigonna molto corta, il solito micro perizoma, chiesi a mamma in prestito un reggicalze, calze velate nere, senza reggiseno e un maglioncino attillato. Già ero eccitata come una t….ia. Entrai in camera sua, era vestito, mi guardò, mi fece i complimenti ed aggiunse “mi sembri proprio una troia”, io rimasi un po’ interdetta, ma come?? Vedendo il mio turbamento si scusò immediatamente, ma lui era già entrato nella parte della notte senza regole. Subito ricollegai la cosa e per non turbare l’atmosfera lo pregai di ripetere la sua parte. Mi ridisse che ero una grande troia, e lo fece con più enfasi. “cosa posso fare da troia” gli chiesi, “mettiti alla pecora e fai ciò che ti dico”. Mi posizionai subito alla pecorina aprendo le gambe. I capezzoli esplodevano nel maglioncino, iniziai ad ansimare, la figa era bollente e fradicia, il culetto mi pulsava chiedendo un bel cazzo dentro. Sentì uno scatto ed un flash balenò tra le mie gambe, mi fotografava. Senza più ritegno, desiderosa solo di prendere il cazzo, succhiarlo, e di sentirlo sbattermi in figa e dentro il culo, mi posizionavo sempre più da puttana. Sollevai piano la minigonna, mi aprì il culetto, spostai il filo del perizoma mostrando la figa che implorava il cazzo, lui scattava di continuo, iniziai ad infilarmi il dito, prima in figa e dopo anche nel culetto. Vidi che apriva il cassetto e prendeva il vibratore, me lo porse, iniziai a succhiarlo come una vera troia, contorcendomi di piacere, mi avvicinai a lui, gli liberai il cazzo duro come l’acciaio e iniziai a fargli un pompino. Mi scattò 3 o 4 foto mentre glielo succhiavo e mentre mi infilavo il vibratore in figa. “ora infilalo nel culo”, disse, “nel culo voglio il tuo cazzo”, “dopo, dopo, tranquilla, non lo lascio a secco”. Mi spogliò completamente, mi rimisi alla pecorina e strofinai il vibratore sul culetto. “E’ secco! Non entra così”, “rimedio io” disse, iniziò la leccata più dolce del mio culetto che mai avesse fatto, mi aprì il culetto sino a farmi provare un po’ di dolore, infilò la lingua dentro, leccò, baciò. Alla fine il mio culetto implorava una sana razione di cazzo. Con calma rileccai il vibratore mentre Marco faceva altre foto, e questa volta entrò subito nel culetto ben oliato dalla sua lingua. Lasciai il vibratore infilato per metà, dimenai il culetto, “infilalo tutto”, sussurrò Marco, “spingilo tu”, ribattei. Leccandomi il culetto aperto e parte del vibratore spinse una, due volte, un sussulto mi prese sentendolo che apriva ancora posti sino allora vergini, continuò a spingere sino a farlo entrare completamente. “Ora alzati” mi chiese, con calma mi alzai, il vibratore sembrava animato regalandomi sensazioni mai sentite, strinsi il culetto spingendolo ancora più su, sentì che saliva su nelle viscere, per un attimo ebbi paura, mi fece star dritta, ansimavo a dir poco, mi fece piegare alla pecora e rialzare un paio di volte. “Toccati il culo” mi chiese, toccai l’ano e non trovai traccia del vibratore, era tutto dentro per davvero. Ansimai di piacere, mi rimisi alla pecora e mi fece ancora foto, intanto sforzai pian piano sino a farne uscire il manico, gli chiesi di farmi altre foto. Mi avvicinò alla bocca il cazzo lo succhiai per bene infilando anche lui tutto sino alla gola, si posizionò dietro e con un colpo solo me lo sbatté in figa. Cominciò a chiavarmi e a dirmi di tutto, io, più lui mi sbatteva la figa e mi diceva parole hot, più mi eccitavo, ben presto cominciai a sbattere anche io il culo sul suo cazzo, il vibratore mi esplodeva nel culo, più si andava veloci nei movimenti e più lo sentivo dentro. Con la mano verificai, era ancora tutto li, feci rallentare Marco, estrassi un po’ il vibratore, e con un colpo secco mi impalai sul suo cazzo. Riprese a fottermi, godemmo dopo un po’, io affondai il viso nel cuscino e cercando di non far troppo rumore gridai il mio orgasmo. Ci abbandonammo sul letto, mi sfilò il vibratore dal culetto martoriato ma pago, mi diede una bella leccata alla figa e io gli succhiai il cazzo.
Le notti seguenti furono tutte così, sempre con figa e culetto impegnati, riuscì anche a incularlo nuovamente regalandogli dolci emozioni.
Mi è stato accettato il trasferimento alla sede di Cagliari, così a Settembre mi trasferirò da lui.
Baci a tutti!!

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30/09/2009 15:36

simone

beh ale.a me piace anche parlare non voglio rubare il posto a nessuno...

28/04/2009 17:30

Alessandra

Grazie O'Rey, penso che tra breve ne scriverò un'altra. Mi fa tanto piacere scrivere le mie esperienze, vere, ma comunque ognuno è libero di dire la sua opinione, bella o brutta che sia, io ringrazio tutti.

28/04/2009 10:23

O'Rey

Mi corre l'obbligo di riprendere chi ci da dell'imbecille. Catone, anche ammesso che è come tu dici, usa la fantasia e immaginala come vera la storia di Alessandra che in ogni caso è da premiare solo per l'ottima grammatica e la chiarezza del racconto. Alessandra: mi piacerebbe avere ancora qualche tuo racconto, magari sulla mia e.mail personale (che ti comunicherei) così evitiam di leggere commenti sciocchi.

28/04/2009 10:18

O'Rey

Complimenti Ale, davvero una storia ben raccontata e molto sex. Dirti che invidio il tuo Marco sarebbe il minimo, spero di trovare una donna come te per amarla con tutto me stesso ........... con il cuore e il cazzo. Un bacio

24/04/2009 09:04

Alessandra

Non c'è problema Catone, ognuno è libero di pensarla come vuole, comunque grazie.

24/04/2009 06:12

Catone

A mio modesto parere tu sei solo un povero frocio represso che scrive un sacco di stronzate ed il bello è che un folto gruppo di imbecilli è qui ad osannarti ed a complimentarsi, nella vana speranza che tu ti possa interessare a qualcuno di loro. Credo che tanti imbelli dementi non si trovino nemmeno in un centro di igiene mentale.......................

22/04/2009 17:09

Ale

Grazie a tutti, ai belli e ai brutti. Stefy dai, prova anche tu! Mi fa piacere sentire l'opinione di un'altra donna. Baci

22/04/2009 16:47

mpaolos

l'invidia si legge negli scritti e ti accompagnerà, ma non ti voltare ma guarda e passa. continua così perche quando si ama intensamente non si cerca niente e nessuno ma solo chi tista accanto. sei usperba nel descrivere le tue fantasie. complimenti. un bacio

22/04/2009 13:54

jackson brown

Scrivi molto bene Ale, e con dovizia di particolari. Solo una cosa (della serie "non siamo mai contenti"): un racconto un goccino piu' breve...mi fanno male gli occhi). Ciao bella.

22/04/2009 10:29

Walter

Cara Alessandra, visto che il tuo fidanzato si eccita tanto quando lo inculi con il tuo vibratore, penso che presto ti mollera per mettersi con un altro maschio. Preparati al peggio.

22/04/2009 10:16

Stefy

E perchè no!! Ci proverò. Anche io per certi versi mi sento molto simile a lei.

21/04/2009 23:01

persepoli

Bravissima Alessandra, buona scrittrice e ottima puttana, come dovrebbe essere una vera signora. Credo sia tutto vero perchè sto vivendo una storia molto simile. Cara Stefy, è vero che aspettiamo tutti altri racconti da Ale, ma perchè non provi di scrivere qualcosa anche tu ?

21/04/2009 17:00

Nicola

Complimenti per la storia! Non so perchè ma al contrario di tante altre sento che è reale!! Avevo letto anche quella precedente. Sono storie complete nei dettagli grammaticamente perfette e molto eccitanti.Ti auguro di passare una lunga vita assieme a Marco!

21/04/2009 16:49

alessandra

Mi spiace x te Antonio! Ma credimi è tutto verissimo.

21/04/2009 15:17

Antonio

Non credo sia una storia vera, mi sembra tutto eccessivo.

21/04/2009 08:49

unoetero

Bellissima storia, sensuale, eccitante e soprattutto ben scritta. Complimentoni!

20/04/2009 19:26

Stefania

Complimenti Alessandra, ho letto anche la tua storia prcedente, veramnete ben scritte ed eccitanti. Mandane altre, Baci, Baci. Stefy

17/10/2012 10:07

Giulio

Ciao Ale come va? Ieri ho letto i tuoi due racconti e ti devo confessare che mi ha colpito molto.Di cosa ti ocupi da quando hai chiesto il trasferimento, ad oggi sei ancora in sardegna? Io sto nella zona di cagliari e mi piacerebbe molto scambiare due chiacchere con te e fare amicizia. ti aspetto kissssssssssssss

13/09/2009 10:30

Alessandra

Ciao Rio, ciao Simone. Grazie dei commenti, io sono in Sardegna ormai da Marzo, e non vado più via, lavoro qua e mi godo Marco. In estate siamo stati nella costa ovest, Bugerru, Piscinas, Torre dei Corsari. Ora abito a P......e mi basta lui, baci.

10/11/2009 09:56

alessandra

x Sandro, pensa pure ciò che ti pare...........

10/05/2009 19:30

rio

Ciao Ale!! sono perfettamente daccordo con te....quando sarai in Sardegna?...mi farebbe tanto piacere bere un caffè assieme.... ciao ciao!!!!

08/09/2009 19:39

simone

brava alessandra..ora come va mi piacerebbe aver tuo numero.....ciao bella

07/05/2009 11:11

Alesandra

x rio: Molti maschietti dimenticano che l'ano di tutti, maschi e femmine, ha terminazioni nervose come le zone erogene. Perchè privarsi del piacere? Solo per una stupida credenza del machismo? Perché è normale solo per la donna? Sfido i maschietti a dire che non hanno mai provato piacere a sentirsi l'ano solleticato. Ciao!

03/11/2009 19:53

Sandro

Le cose sono 2.. O sei una completa troia che ti metti in sti siti a pubblicare le tue porcate, oppure sei un maschio che si spaccia per ragazza per attirare più pubblico alle sue storie. é fastidioso essere presi in giro. Il bello è che molti ti credono. Ho esperienza in questo campo da quasi 10 anni, prima di tutto come piacere e passatempo e inoltre ho ci ho lavorato pure.

01/05/2009 16:22

rio

Ciao Ale, innanzitutto complimenti per la bellissima storia!! ma sopratutto complimenti al mio conterraneo Sardo che è riuscito a farti esprimere come ogni donna dovrebbe fare. In quanto i gusti di Marco...io penso sia normale provare piacere faccendosi toccare il latoB... e che il più delle volte per farsi vedere macho si dice il contrario di quello che in realtà si fa nelle proprie mura di casa"quante porcherie!!"( mi piacerebbe conoscerti!!!)

01/05/2009 03:01

swuit

sei davvero fantastica.

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