• Pubblicata il
  • Autore: Marci
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I tre desideri di mia moglie (parte 1) - Ragusa Trasgressiva


Tutto cominciò per una scommessa. Non mi ricordo nemmeno più perché. E mia moglie la vinse.
Con Susanna ero sposato da più di dieci anni. La nostra vita scorreva felice sotto tutti i punti di vista, compreso, ovviamente, quello sessuale. Tanto che non l’avevo mai tradita e nemmeno, sinceramente, ci avevo pensato.
Ebbene eccoci alla scommessa. Chi avesse perso avrebbe dovuto esaudire tre desideri o chiamiamole pure fantasie sessuali del partner. Il tutto in un tempo massimo di due ore e poi, scaduto il tempo, ritorno alla normalità! Banale direte voi. Non proprio, dico io.
“Allora Susanna, sono a tua disposizione”.
Non so come dirtelo – rispose lei – ma visto che ho vinto ecco il mio primo desiderio e spero che non ti scandalizzi troppo. Ho sempre sognato di vederti vestito da donna, di vederti passeggiare per casa, di trattarti dolcemente e di dormire così al fianco tuo.
Rimasi di sasso, senza parole, ma non potevo rifiutarmi. Chi l’avrebbe mai detto? Se avessi rifiutato avrei fatto la figura del solito noioso. Quindi acconsentii, cercando di sdrammatizzare con un sorriso ed un espressione meravigliata e nello stesso tempo divertita.
Susanna sembrava fosse pronta da tempo tanto che in un battibaleno estrasse da un cassetto tutto il necessario.
Cominciai a vestirmi, scherzando un po’, anche se Susanna pareva molto decisa e seria.
Calze nere, perizoma in tinta e reggicalze ai quali seguì un babydoll nero che lasciava abbondantemente scoperte le mie natiche. Non mancavano nemmeno delle scarpe con tacco a spillo e una parrucca, nera ovviamente. Per finire un paio di guanti di raso.
Susanna scattò alcune “foto ricordo” e poi disse:
“Ora fammi vedere come cammini” e mi fece andare su e giù per il corridoio incitandomi a sculettare sempre di più. Io cercavo di fare del mio meglio anche se proprio non so quale era l’effetto. “Vorrei che tu per le prossime due ore fossi la mia donna, ti va?”.
“Perché posso forse rifiutare?” dissi con un filo di speranza.
“Dai, stai al gioco, tutto sommato ci divertiamo un po’, va bene?” Risposi con un ok il più naturale possibile.
“Accomodati in salotto, ti verso un po’ di vino. Mettiti sul divano e accavalla le gambe, cerca di essere un poco femminile, vedrai non è difficile”.
Nella posizione in cui mi ero messo si potevano intravedere con certezza i bordi delle calze e il reggicalze. Cominciavo a provarci gusto. Mi piaceva sapere che il mio partner, in questo caso mia moglie, avrebbe potuto eccitarsi e mi comportai sempre più di conseguenza.
Susanna si sedette vicino a me, brindammo a noi due. La vedevo strana, quasi agitata. Ad un tratto
cominciò ad accarezzarmi le gambe inguainate in quelle bellissime calze nere. Sembrava completamente in estasi e fece per baciarmi, come fa un uomo con una donna. Io mi abbandonai completamente a lei in quel lunghissimo bacio mentre le sue mani correvano sotto la mia gonna.
“Andiamo in stanza da letto” disse all’improvviso.
“Ora ti puoi sdraiare a pancia in giù sotto le coperte, cara Michelle (mi aveva dato anche un nome femminile a me che mi chiamo Michele!) e spegnere la luce. Rilassati e non muoverti, pensa che ora sei a mia disposizione, sei la mia Puttana, io arrivo tra poco. E non ti preoccupare, comincerò in modo soft, anche se così vestita mi hai fatto eccitare come mai avevi fatto prima”.
Mi facilitò il fatto che a cena avevamo bevuto una bottiglia di vino intera, oltre a parecchi digestivi.
La testa mi girava leggermente e mi lasciai andare, cadendo leggermente in trance, quando sentii Susanna infilarsi sotto le coperte.
Lì per lì non successe niente.
Ad un tratto, dopo alcuni minuti, sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia schiena e scendere lentamente fino alle natiche. Li si soffermò e cominciò ad accarezzarmi a lungo, con movimenti molto lenti e una dolcezza che mi fece eccitare come non mai. Continuò per alcuni minuti, scostando di tanto in tanto il perizoma affinché le sua dita potessero insinuarsi meglio tra le mie natiche. All’orecchio mi sussurrava frasi eccitantissime:”Sei la mia puttana, solo mia, ti voglio troietta, senti il mio dito sul tuo culo, lo vuoi dentro eh. Puttana, e allora muoviti lentamente su e giù, lo so che lo vuoi”.
Non me lo feci ripetere due volte e cominciai a muovere il bacino su e giù con un ritmo molto lento.
Non volevo affrettare i tempi per non perdermi nemmeno un istante di quel nuovo piacere. Sentivo il suo dito, dapprima uno, poi due, penetrarmi dolcemente anche se non fino in fondo.
“Ora basta, ti sei eccitata abbastanza. Fammi un pompino”. Si girò e solo allora mi accorsi che aveva indossato un bellissimo strap-on. Cominciai a succhiarla come meglio potevo. Lei intanto con la mano mi accarezzava dolcemente il sedere. Ero in estasi, Quando sentii il suo dito nel culo mentre stavo facendo il pompino quasi venni. Continuai così per un paio di minuti, fino a quando:
“Aspetta “disse lei, ed estrasse qualcosa dal cassetto. Era un cuneo che mi infilò prontamente nell’ano fermandolo con il filo del perizoma e mi invitò a continuare così.
Erano i miei stessi movimenti che mi portavano all’eccitazione. Mi lasciai andare: in bocca avevo il cazzo dello strap on e dietro un cuneo che lei ogni tanto urtava con la mano per farmelo sentire ancora di più. Ebbi l’impressione che anche lei stesse per arrivare all’orgasmo quando disse:
“Ti é piaciuta a prima parte Michelle?”. Con un colpo deciso estrasse il cuneo. Mi sentii completamente vuota. Si, proprio vuota, stavo già pensando al femminile.
“Fumiamoci una sigaretta e facciamo una piccola pausa. Poi passiamo alla parte due!”
Diedi un’occhiata alla radio-sveglia senza che le se ne accorgesse. Erano passati quaranta minuti.
Cosa mi avrebbe aspettato nella rimanente ora e venti?

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23/12/2008 15:34

falco

bella storia....veramente eccitante...aspettiamo il seguito...bravo

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