• Pubblicata il
  • Autore: Cartesio
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Desiderio 1 - Ragusa Trasgressiva

Lo incontravo spesso nell’ascensore del mio condominio.
Era uno studente universitario fuori sede, e per fuori sede intendo veramente fuori sede. Proveniva dal Kenia era un bellissimo ragazzo alto con la pelle color cioccolato al latte, il suo fisico era asciutto ed estremamente atletico, il suo portamento fiero classico delle popolazioni “Masai”. Il suo viso era veramente bello, i suoi lineamenti fini ed eleganti. Le sue movenze quasi feline. La sua gentilezza ed affabilità erano ormai proverbiali fra tutti gli inquilini e condomini del caseggiato. Un giorno lo invitai a bere qualcosa in casa. Iniziammo a parlare del più e del meno. Gli argomenti furono vari : studi, la sua vita nella patria natia ed il suo iniziale problema all’adattamento nella nostra società. Insomma la conversazione si era fatta via via più intensa e personale. Io lo guardavo con sempre maggiore interesse e cercavo di immaginare il suo corpo. Iniziavo ad eccitarmi al solo pensiero. Lui improvvisamente mi posò la mano, lunga ed affusolata, sulla coscia. Rimasi un attimo interdetto. Non sono gay ma devo confessare che a volte la mia parte femminile esce in maniera decisa e nonostante non abbia mai avuto esperienze omosessuali il mio pensiero è spesso volato spaziando in fantasie non troppo confessabili.
Lui dolcemente mi lanciò uno sguardo interrogativo, ma senza attendere risposta iniziò a sbottonarmi la camicia. Il mio cuore batteva all’impazzata, ero rosso paonazzo in viso e il respiro iniziava a farsi affannoso. “Jim”, questo era nome che usava per semplicità dato che il vero nome non era di immediata comprensione e pronunciabilità, capì il mio stato e dolcemente mi disse che se non avessi voluto proseguire avrebbe cessato immediatamente il tutto. Rimasi in assoluto silenzio per alcuni minuti che sembrarono, almeno per me, infiniti. Jim li fraintese e stava già per alzarsi ed andarsene. Allora lo fermai e lo pregai di continuare. I suoi occhi si accesero di nuovo di quella sua particolare luce. Terminò di sbottonarmi la camicia e proseguì verso la cintura e la lampo. Iniziò a carezzarmi il petto villoso e prese a stringermi con veemenza i capezzoli. Io ero sempre in affanno ma nei pantaloni queste operazioni iniziarono ad avere un certo effetto. Lui lo notò e prese a leccarmi i capezzoli e a mordicchiarli in maniera sempre più energica, fino a morderli con vera e propria foga. Non capivo ormai più nulla e fu allora che tirò fuori il mio pene. Mi abbassò completamente sia pantaloni che slip e prese a masturbarmi con una dolcezza ed una maestria da farmi impazzire. Ormai ero in sua balia, così decisi a mia volta di spogliarlo. Ero impacciato più che mai ma Jim facilitò tali operazioni. Le mie dimensioni, purtroppo, sono nella media europea ma allorché tolsi i pantaloni a Jim, mi fecero pensare di essere ben al disotto di tale media. Jim non aveva slip o boxer e sotto ai suoi pantaloni il suo pene era legato alla coscia sinistra con un laccio per evitargli di oscillare in maniera indecente tra la gente. Rimasi a dir poco impressionato, ebbi un sussulto, non so dire se di ammirazione, invidia o addirittura di paura. Non ho il centimetro in testa ne so misurare ad occhio in maniera precisa, ma quel “coso” era decisamente e piacevolmente “mostruoso”. Saranno stati almeno 30 o più centimetri per una circonferenza di almeno 18 – 20 cm. Come uso dalle sue parti Jim era circonciso e la sua cappella era in bella vista nella sua maestosità. Un “cannolo” di cioccolato al latte che mi sembrò una visione mistica e celestiale. Jim rimase in men che non si dica nudo, il suo corpo era da sogno. Alto, magro e nel contempo muscoloso ed atletico completamente glabro anche nelle parti più intime. Mi avvicinò il sesso e volle che glielo liberassi dal laccio che tolto da quella costrizione iniziò ad oscillare pericolosamente vicino al viso. Jim con un sorrisetto ironico iniziò a farlo sempre più dondolare fino a farmelo sbattere addosso. Fu allora che preso da raptus iniziai a toccarglielo facendomi via via più spavaldo fino a che non presi a masturbarlo. Toccare quello scettro di carne mi mandò in orbita. Lo imprigionai con le due mani nella sua enormità. Non resistetti oltre e fu così che provai l’inebriante emozione di predere in bocca un pene e che pene !!! Dapprima titubante poi man mano con maggiore voracità , presi a leccare la cappella marrone scuro che a malapena riuscivo a contenere in bocca. Il suo cazzone emanava fragranza di maschio selvaggio. La soave verga iniziò allora ad erigersi nella sua totale maestosità. Vederla gonfiarsi fieramente verso la mia bocca mi tolse ogni più piccola remora mentale, era uno spettacolo divino. Leccai l’asta in tutta la sua lunga magnificenza, era infinita. Presi a carezzare i testicoli nello scroto, rilassato,enorme anch’esso, liscio e lucido come pelle conciata. Ora passavo dalla verga alle palle, succhiandogliele delicatamente poi ritornando su quell’enorme baobab. Jim mugolava e contemporaneamente mi stringeva i capezzoli. Rotolammo d’intesa sul tappeto, ed ognuno di noi si dedicò all’uccello dell’altro. Non saprei spiegarvi cosa passasse in quei momenti nella mia testa, ma sentirsi succhiare il pene da quelle labbra carnose ed esperte mentre in bocca mi ritrovavo quella grazia divina era un’esperienza a dir poco sconvolgente. Chiesi a Jim un attimo di tregua ed allora indossai il “penis ring” ossia l’anello di silicone che stringe il pene alla base affinché rimanga più eretto e ritardi l’eiaculazione. Fatto ciò il mio pene che era già turgido lo divenne in maniera maggiore, le vene dell’asta divennero gonfie e la cappella divenne violacea. Jim ne fu entusiasta e riprese a succhiarmelo con maggiore foga. Ripresi anche io a lavorare quell’idolo di carne nera, che si gonfiava a dismisura, lo sentivo pulsare sempre più e di li a poco Jim eiaculò nella mia bocca una quantità enorme di nettare. Non essendo pratico rimasi inizialmente quasi soffocato dallo sperma, ma all’istante reagii ingoiando quel miele bianco, continuando a spompinare quella verga, ripulendo sia l’asta che la cappella dal dolce e caldo succo. A mia volta giunsi all’apice e Jim sapientemente succhiò il mio uccello a ritmo con il mio respiro e l’orgasmo arrivò come un fiume in piena, una vera cascata di piacere che Jim rafforzò iniziando a stimolarmi lo sfintere con le dita inumidite, lentamente forzando pian piano il mio anello di carne e sempre lentamente penetrando all’interno. Ero spossato da questo inizio, ma Jim non si fermò e proseguì ad inumidire le dita ed a inserirle sempre più sfacciatamente, prima una poi, lentamente, due ed infine tre. Nonostante la mia verginità, Jim riuscì a dilatarmi l’ano senza un minimo dolore o forzatura. Ero pronto a ricevere quel totem nero.
Jim mi sdraiò sulla schiena, mi prese le gambe posandole sulle sue spalle. La sua erezione era nuovamente al massimo ed il suo pene era ancora ben lubrificato. Jim poggiò il glande sul mio ano, e lentamente ma inesorabilmente cominciò ad affondare quel tronco in me. D’istinto strinsi lo sfintere ma Jim dolcemente mi sussurrò in un orecchio di rilassarmi ed di accettarlo, quasi risucchiandoglielo all’interno, mentre continuava a penetrarmi. Nel contempo iniziò a leccarmi il collo e l’orecchio destro, poi con un po’ di contorsionismo riprese a mordere con sempre maggiore foga i capezzoli quasi facendomeli sanguinare. Io lo pregai di mordermeli sempre più forte e di nuovo fui in totale balia dei sensi e di quello splendido “mandingo”. Il suo pene era ormai incredibilmente quasi tutto in me, sentivo il suo sacco scrotale sbattere ripetutamente sulle natiche e il suo andirivieni mi invadeva le viscere con la sensazione che la sua enorme clava infuocata arrivasse a toccarmi persino il cervello. Ero in preda a sussulti dovuti sia alla possenza e alla irruenza di Jim che al mio ormai inesorabile orgasmo anale. Il mio pene svettava tra me e lui e quel continuo strusciamento, compresso tra i nostri addomi mi fece esplodere un fiume di sperma che senza controllo irrorò sia Jim che me in ogni dove. Fu allora che percepii l’espandersi di quella colonna nera che ripetutamente mi impalava da ormai lungo tempo, ogni millimetro della verga sembrava ormai gonfiarsi all’infinito, fino a che Jim non esplose in me facendomi un vero e proprio clistere di sborra, un vero fiume di lava, bollente all’inverosimile, ed allora mille luci, mille suoni esplosero contemporaneamente nella mia testa. Ero sospeso in una dimensione irreale godendo di queste mille sensazioni paradisiache. Jim mi volle baciare succhiandomi la lingua e leccandomi le labbra. Poi lentamente sfilò quella spada di fuoco da dentro me e questa semplice operazione, sia per la sapiente lentezza con cui Jim la eseguiva sia per la lunghezza di quel membro d’ebano, sembrò non avere mai fine.
Ci sdraiammo vicini ed ansimando entrambi cercai di recuperare le forze. Ma Jim era insaziabile. Allora si accovacciò sopra il mio viso, facendomi capire i suoi desideri. Volle che lo leccassi sul suo sfintere. Così feci e presi a picchiettarlo ed a titillarlo con la punta della lingua. Poi lo leccai a tutta lingua depositando su quel punto saliva in maniera abbondante, cercando ogni tanto di penetrarlo con la stessa. Fu poco dopo che Jim mi resuscitò del tutto il pene, che già iniziava ad erigersi nuovamente ed accovacciandosi sopra di me si impalò come una furia. Mi fece inizialmente molto male ed a me sembrò di risentirne negativamente, ma quasi all’istante come percepii il calore e la carne che mi inanellava il membro, aiutato anche dall’anello che ancora indossavo, la mia erezione fu di nuovo stratosferica. Le vene così accentuate facevano sussultare e godere Jim a dismisura. Quasi come un ossesso mugolava andando su e giù sul mio sesso. Jim era nuovamente in tiro ed io avendo a portata di mano quella nera verga divina presi nuovamente a sollazzarlo, smanettando come un forsennato e riapprezzando le dimensioni olimpiche del membro di Jim. Quasi immediatamente ebbe un orgasmo anale da urlo e contenporaneamente spruzzò liquido caldissimo fino al mio viso continuando a schizzare su tutto il mio petto quella manna divina. Presi a leccare quella crema pasticcera dove e come potevo, invaso da forze demoniache godetti dentro Jim ancora in maniera tumultuosa.
Jim non ne voleva sapere di togliersi e continuava a pompare il mio cazzo che nonostante l’anello iniziava a non essere più turgido. Solo quando fui ridotto ai “minimi” termini si disarcionò volutamente continuando però a leccarmi i testicoli, che avevo rasato fino alla base dell’asta, il giorno prima quasi avessi avuto una premonizione. Era celestiale in ogni sua azione. La sua lingua percorreva il mio scroto in ogni piccolo punto, soffermandosi doviziosamente appena riusciva a percepire il rinnovarsi del mio piacere. Penso che nessuna droga possa competere con tali attimi di piacere, Jim sapeva donare momenti talmente intensi da creare totale perdita di coscienza e pudore. Lui sembrava essere ancora inesauribile. Dovetti ricominciare a fargli un pompino da manuale e nonostante la mia stanchezza Jim sembrò apprezzarne la maggiorata esperienza acquisita dopo tale “tour de force”. Impiegai una buona mezz’ora, utilizzando tutte le mie risorse per far godere per l’ennesima volta Jim , che solo dopo sembrò rilassarsi.
Poco dopo Jim rivestendosi per tornare a casa, promise di voler tornare a “farmi visita” a breve. Nella sua frase, no sono sicuro, ma percepii come una promessa od una splendida minaccia.
Baciandomi ancora con intensità mi volle donare un braccialetto africano d’argento, ma disse di voler mettermelo lui. Allora gli porsi il braccio ma lui sorrise e chinandosi verso i mie gioielli mi allacciò il monile a catenina, intorno ai testicoli ed all’asta. Rimasi un attimo titubante, ma Jim baciando la punta del mio glande ancora umida, sorrise ammiccando.
Spero di avere sempre le forze per soddisfare quella furia della natura ed il suo magico scettro.

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29/01/2009 23:51

Marco

Mamma mia checosa stupenda.... Mi sarebbe piaciuto essere li con voi....

24/01/2009 00:17

ivana50

SEI GAYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY

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